04.07.22
Ne avevamo accennato durante l’approfondimento dedicato alle nostre Digital ADVentures. Ora è venuto il momento di raccontare i dettagli di come gestiamo i mezzi pubblicitari digitali.
Negli ultimi due anni abbiamo visto molte certezze consolidate, che davamo per scontate, trasformarsi in modo radicale. Con il Covid abbiamo capito quanto le relazioni, sia personali che lavorative, fossero essenziali.
Allo stesso tempo questa mancanza di interazione ha costretto le persone, e soprattutto le aziende, a trovare strade alternative per incontrarsi. Il digitale in questo senso ha aperto nuove possibilità, nuovi modi per comunicare e sviluppare il proprio business.
Ne avevamo accennato anche durante l’approfondimento dedicato alle Digital ADVentures, il nostro protocollo aziendale che prevede la creazione di contenuti altamente funzionali e rappresentativi messi in luce dalla giusta dose di advertising. Oggi possiamo finalmente dirci orgogliosi dei risultati che i nostri clienti sono riusciti a ottenere, grazie ad una strategia condivisa e continuativa, e a un aumento dell’investimento digital.
L’advertising ha svolto un ruolo assolutamente fondamentale in questo percorso di trasformazione digitale, diventando quindi l’investimento più consistente e con il miglior ritorno in termini di risultati misurabili.
Se prima infatti i grandi brand tendevano generalmente a considerare soprattutto radio, tv, stampa e cartellonistica, come mezzi prioritari per direzionare contenuti, il passaggio all’advertising digital su piattaforme di ricerca come Google e social (Facebook, Instagram, Pinterest, Linkedin ecc.) ha permesso di ottenere in tempi più brevi risultati tangibili e di qualità.
Uno dei plus del digital advertising è infatti la sua estrema duttilità, che permette di diversificare la strategia, aggiornandola anche in corso d’opera, basandosi su un elemento fondamentale che i mezzi tradizionali non possono garantire: i dati.
L’incremento delle attività di digital advertising, e la naturale possibilità di modificare le campagne in corso d’opera, ci ha permesso di definire e ridefinire strategie specifiche, condivise e congiunte tra le varie piattaforme. Il fine ultimo è sempre il raggiungimento dell’obiettivo di marketing prefissato, adattando ed evolvendo i contenuti delle campagne in base alla lettura dei dati registrati.
Grazie a questa sinergia tra prodotto/servizio offerto, contenuti di qualità e strategia multipiattaforma, i nostri clienti nel corso di questi due anni sono arrivati mediamente ad investire più del 70% del loro budget di comunicazione in advertising.
Andiamo quindi a scoprire nel dettaglio come e dove i nostri clienti hanno ottenuto i loro risultati migliori.
Non è nostro obiettivo tracciare tutte le possibilità della piattaforma pubblicitaria nativa del colosso di Mountain View, però un focus sulle novità di Google Ads degli ultimi due anni è doveroso.
La piattaforma si è infatti evoluta molta passando dagli annunci di ricerca classici, a quelli più innovativi, AI Based, che con un set up di asset testuali, adattano gli annunci stessi in base alle ricerche sempre più complesse e diversificate degli utenti.
Google ADS inoltre ha lanciato un’altra grande novità: le campagne Performance Max. Grazie all’unione di testi e visual, ma anche grazie all’utilizzo dell’AI, queste campagne permettono di creare annunci dinamici a seconda della piattaforma di visualizzazione (motore di ricerca, siti terzi, YouTube, email).
Grazie a queste evoluzioni, e quindi alla possibilità di un maggiore utilizzo di contenuti di qualità non solo testuali, la piattaforma di Google si è rivelata ancora una volta il primo strumento di adveritising per generare nuovo business e coltivare quello esistente.
L’ecosistema social creato da Mark Zuckerberg che include Facebook, Instagram e Whatsapp, ha visto esplodere ancora di più gli investimenti pubblicitari delle aziende. Esso si è rivelato un’ottima piattaforma per generare risultati non solo per business B2C, ma anche per il B2B, soprattutto se con obiettivo lead generation (generazione contatti).
A differenza di Google ADS, Meta ADS direziona esclusivamente contenuti visual (immagini, video) verso utenti potenziali che hanno un interesse latente verso il business o il servizio promosso.
Uno dei principali punti di forza di Meta ADS è la diversificazione di campagna e la potenza del suo machine learning. Grazie infatti alla possibilità di creare fino a 6 obiettivi di campagna differenti e a una corretta ottimizzazione, è possibile raggiungere qualsiasi tipologia di obiettivo. Dalle interazioni, alla copertura, alla lead generation fino alle conversioni sul sito o sull’ecommerce, al download di contenuti extra: Meta ADS è potentissimo.
Il social delle board di foto, dopo anni di stallo, segna una crescita costante e finalmente ha una piattaforma di advertising evoluta che ci sta dando belle soddisfazioni. Con Pinterest siamo riusciti ad ottenere ottimi risultati a costi più contenuti rispetto alle due piattaforme sopracitate.
L’unico neo, se proprio vogliamo considerarlo tale, è che all’interno di questo social, l’interazione degli utenti è principalmente connessa alla natura estetica e fotografica dei contenuti proposti. Non a caso i settori che la fanno da padrona sono l’arredo, il fashion, ma anche il beauty. Per questo motivo, di solito consigliamo un’attività specifica principalmente alle aziende attinenti a questi ambiti.
Esattamente come Meta ADS, anche Pinterest permette di raggiungere vari obiettivi: dall’interazione, al traffico sul sito, fino alla generazione di conversioni.
In sintesi, una strategia multicanale vincente per i settori sopracitati, non può non considerare anche l’advertising su questo social, in quanto permette di intercettare il target più attento all’estetica, direzionandolo su contenuti di qualità.
Anche il business social di Microsoft si è evoluto nelle funzionalità e negli strumenti a disposizione dei professionisti. Pur rimanendo un passo indietro rispetto a Meta, per versatilità e qualità del machine learning, l’unico vero problema, che affligge da sempre Linkedin, è dato dai costi di sponsorizzazione che sono ben più elevati di tutte le altre piattaforme (non è così difficile spendere più di 1€ per un clic).
Questo rende l’advertising su questa piattaforma purtroppo non ancora accessibile a qualsiasi attività. Di contro il grande plus è quello di essere estremamente preciso nella definizione e segmentazione dei target professionali da intercettare.
Per il prossimo futuro, l’advertising digitale, nonostante regole più stringenti sul tracciamento delle attività degli utenti con l’avvento della GDPR, sarà ancora l’alleato N°1 per la promozione del proprio brand/servizio. L’importante sarà sempre considerare ogni azione all’interno di una strategia coordinata a lungo termine, senza dimenticare il contenuto di qualità che permette di differenziarsi e rendersi soprattutto riconoscibili.
Se il tema advertising vi ha incuriosito e volete scambiare con noi due chiacchiere a riguardo, o magari approfondire alcuni aspetti specifici, mettetevi in contatto con il nostro team!